Ci sono tanti fattori che vanno ad influenzare il prezzo di una bottiglia di vino, come si può ben immaginare. Andiamo quindi a vedere quali sono questi elementi: questo ci servirà poi ad orientarci proprio nella fase di acquisto. Innanzitutto, dobbiamo fare chiarezza: abbiamo due tipologie di prezzo presenti sul mercato, per la stessa bottiglia di vino: il prezzo del vino acquistato al ristorante e il secondo è rappresentato dalla stessa bottiglia acquistata in enoteca oppure su internet, quindi “al dettaglio”. Sappiamo che nel primo caso, il ristoratore applica un ricarico più alto, in quanto deve sostenere tutta una serie di costi relativi alla preparazione del cibo, il servizio, il personale, etc. Facciamo un esempio: se il costo di acquisto della bottiglia (alla fonte) è di 5 euro, la troviamo nella Carta dei Vini del ristorante, mediamente, a 15 euro; la stessa bottiglia acquistata in enoteca ha un prezzo intorno ai 9 euro e “on line” il prezzo è intorno ai 7,5/8,00 euro.
Ma torniamo ai fattori che compongono il prezzo: il costo più significativo, naturalmente, è rappresentato dalla produzione dell’uva stessa: sappiamo che un vino di grande qualità è prodotto da un’uva di grande qualità, sana, ricca di sostanze e possibilmente non trattata con sostanze chimiche di sintesi, ovvero da agricoltura biologica, biodinamica o “naturale”. Questi fattori si esprimono attraverso ridotte o ridottissime quantità di uva prodotta: questa è l’abilità del produttore che con sapienza, esperienza e tecniche specifiche, porta la pianta a produrre pochi grappoli di uva, di altissima qualità. E questo si traduce, ovviamente, in costi più elevati rispetto ad una coltivazione più massiva, che prevede l’utilizzo di prodotti per risolvere le più disparate problematiche e che abbassa i costi di produzione. Successivamente, la lavorazione dell’uva, ovvero la vinificazione, rappresenta un altro costo importante, a maggior ragione se è previsto un invecchiamento in botti di legno: anche qui, l’esperienza, la preparazione professionale del produttore, le attrezzature di cantina fanno la differenza, ma aumentano anche i costi. Ci sono poi una serie di fattori, che potremmo definire marginali, e che comunque hanno un’influenza sul prezzo finale: il packaging, i premi e i riconoscimenti che il produttore può conseguire nei concorsi enologici nazionali o internazionali e soprattutto dati dalle guide enologiche (Slow Wine, Gambero Rosso, la guida di Veronelli, la guida dell’Espresso, la guida Vitae, etc.) o dalle prestigiose riviste enologiche internazionali come Wine Spectator o come Wine Enthusiast. Altri aspetti che incidono sicuramente sul prezzo di un vino sono la pubblicità e la comunicazione che il produttore svolge per la sua cantina e per i suoi vini e che spesso recupera sul prezzo della bottiglia, ma anche qui si ritiene che l’incidenza sul prezzo finale al dettaglio non sia così particolarmente significativa: stiamo sempre parlando di vini di alta qualità.
Il prezzo quindi è un indicatore importante, certamente non l’unico (va preso con tutte le riserve del caso), ma rimane indubitabilmente un indicatore della qualità del vino, proprio per la quantità di lavoro che c’è “dietro” ad una bottiglia di vino “seria” e questo vale, a maggior ragione, per i vini da agricoltura biologica, biodinamica oppure “naturale” che, come abbiamo visto, non si avvantaggiano di “aiuti” nella produzione e nella vinificazione. Per dare suggerimenti concreti, l’esperienza porta a dire che sotto i 6/7 euro a bottiglia spesso i vini sono frutto di lavorazioni industriali e non artigianali, e come tali, con un grado di qualità non certo esaltante e tanto meno emozionante!